STRUFFOLIIngredienti:
- Farina 600 gr ,
- Uova 4 + 1 tuorlo,
- zucchero 2 cucchiai ,
- burro 80 gr (una volta si usava lo strutto: 25 gr.)
- 1 bicchierino di limoncello o rum,
-Scorza di mezzo limone grattuggiata
- Sale un pizzico
- olio (o strutto) per friggere
Per condire e decorare:
-Miele 400 gr millefiori o acacia ,
-confettini colorati diavolini
-confettini cannellini (confettini che all'interno contengono aromi alla cannella)
-100 gr di arancia candita, 100 gr di cedro candito, 50 gr di zucca candita
Procedimento:
Disponete la farina a fontana sul piano di lavoro, impastatela con uova, burro, zucchero, la scorza grattugiata di mezzo limone,un bicchierino di rum e un pò di sale. Ottenuto un amalgama omogeneo e sostenuto, dategli la forma di una palla e fatelo riposare mezz'ora. Poi lavoratela ancora brevemente e dividetela in pallottole grandi come arance, da cui ricavare, rullandoli sul piano infarinato, tanti bastoncelli spessi un dito; tagliateli a tocchettini che disporrete senza sovrapporli su un telo infarinato.
Al momento di friggerli, porli in un setaccio e scuoterli in modo da eliminare la farina in eccesso.
Friggeteli pochi alla volta in abbondante olio bollente: prelevateli gonfi e dorati, non particolarmente coloriti. Sgocciolateli e depositateli ad asciugare su carta assorbente da cucina.
Fate liquefare il miele a bagnomaria in una pentola abbastanza capiente, toglitela dal fuoco e unite gli struffoli fritti, rimescolando delicatamente fino a quando non si siano bene impregnati di miele. Versare quindi la metà circa dei confettini e della frutta candita tagliata a pezzettini e rimescolare di nuovo.
Prendete quindi il piatto di portata, mettetevi al centro un barattolo di vetro vuoto (serve per facilitare la formazione del buco centrale) e disponete gli struffoli tutt'intorno a questo in modo da formare una ciambella. Poi, a miele ancora caldo, prendete i confettini e la frutta candita restanti e spargetela sugli struffoli in modo da cercare di ottenere un effetto esteticamente gradevole.
Quando il miele si sarà solidificato, togliete delicatamente il barattolo dal centro del piatto e servite gli struffoli.
N.B. questa è la ricetta classica, chi non ama i canditi può evitare di metterli (come la sottoscritta) sono buonissimi lo stesso.
Volendo si può preparare una variante più moderna, cioè gli struffoli al cioccolato. Una volta fritti si passana gli struffoli in una crema fatta sciogliendo a bagnomaria 200 gr. di cioccolato, al quale sarà aggiunto 50 gr. di burro e 200 ml. di panna. Per decorare, oltre ai divalini, potete usare frutta secca tostata (nocciole, noci ecc.) e fiocchetti di panna montata.
Su un sito ho trovato questa leggenda, davvero carina
LA LEGGENDA DELLO STRUFFOLOQuando suonò il campanello, Pisolo si svegliò di soprassalto.
Chi mai si permetteva di infrangere la quiete della loro casetta nel bosco, in quei giorni di festa?
Eolo sbuffò: “Sarà un altro di quei dannati venditori di enciclopedie a rate. L’ultimo finì per comprarsi quella che avevamo in casa. A noi non serviva affatto”.
Quel bel tomo di Dotto, che leggeva in poltrona al lume di un fungo a forma di abat-jour, sollevò lo sguardo con compiacimento, per abbassarlo subito dopo con modestia.
Sulla porta era comparso un esserino piccolo, ma piccolo, e grassottello. La sua voce era una specie di pigolio.
“Aiutatemi, vi prego! A Natale tutti dovrebbero essere più buoni, e io, non per vantarmi, buono lo sono davvero. Invece la gente proprio in questi giorni con me diventa cattivissima. Mi insegue, mi annusa, mi palpa. Per favore, tenetemi qui con voi. E’ solo per qualche giorno: dopo l’Epifania, nessuno mi guarderà più fino al prossimo Natale”.
“Dio mio, come sei DOLCE! “ strillò Gongolo, dopo avergli stretto la mano, e aver assaggiato il liquido ambrato che gli era rimasto sulle dita. “E’ che scappando sono caduto in un barattolo di miele. Speravo che questo avrebbe scoraggiato i miei inseguitori, e invece no. Per fermarmi mi hanno tirato dietro di tutto: pezzi di zucca, di arancia e di cedro candito…..”
“Vedo, vedo - lo interruppe Brontolo, di malagrazia. - Ce li hai tutti appiccicati addosso, conficcati dentro tutto quel miele. Avresti bisogno di un buon bagno, per tutti i diavoli!”
“Vero, vero, vero” gridarono in coro, dal mare mieloso, i diavolilli colorati.
“Be’, che vogliamo fare ragazzi? Lo lasciamo entrare? Non vorrei avere dei guai con Bianca”, disse Gongolo.
“Ma no - intervenne Dotto. Fino a quel momento non aveva aperto bocca. - Vedrai che sarà contenta di averlo come ospite d’onore al pranzo di Natale, questa….pasta d’uomo”.
“Grazie, di cuore - fece l’esserino, abbassando il capo. Nell’atto di inchinarsi sembrava ancora più rotondo. “Vi prometto che non vi darò troppo fastidio…..in fondo si tratta di pochi giorni”.
“…..Troppo pochi”, mormorò Dotto, come soprapensiero.
“Cucciolo, fa’ riscaldare un po’ d’olio nella padella…..è quasi ora di cena.
E tu fatti avanti, una buona volta! Devi essere di strutto: entra, dunque. Questo Natale mangerai con noi: anzi, noi mangeremo con te. Sarai l’ottavo nano. Ti chiameremo….sì, ti chiameremo Struffolo”.
Interessante la storia di questo dolce
LA STORIA DEGLI STRUFFOLIGli struffoli sono i dolci più napoletani che ci siano. A pari merito con la sfogliatella e la celebre pastiera, e certo più del babà, di origine polacca. Chi ha inventato gli struffoli? Non i napoletani, nonostante la loro proverbiale creatività. Pare che nel Golfo di Napoli ce li abbiano portati i Greci, al tempo di Partenope. E dal greco deriverebbe il nome “struffolo”: precisamente dalla parola “strongoulos”, arrotondato. Sempre in greco, la parola “pristòs” significa tagliato. Per assonanza, uno “strongoulos pristòs”, cioè una pallina rotonda tagliata: vale a dire lo struffolo, nella Magna Grecia è diventata “strangolapre(ve)te”: il nome che si dà a degli gnocchetti supercompatti, in grado di “strozzare” gli avidi membri del clero. Poiché la penuria di certezze stimola la fantasia, qualcun altro si è inventato che struffolo derivi da strofinare: il gesto che compie chi lavora la pasta, per arrotolarla a cilindro prima di tagliarla in palline. C'è anche chi ritiene erroneamente che lo struffolo si chiami così perché “strofina” il palato: nel senso che lo solletica, per la sua bontà. E chi pensa addirittura, che la radice di struffoli sia da collegare allo strutto (il tipo di grasso con cui anticamente venivano fatti e in cui venivano fritti) Se non è ancora ben chiaro da quale etimo – né da quale regione - gli struffoli provengano (c’è pure chi li fa nascere in Medio Oriente), è viceversa chiarissimo dove vanno: prima nelle nostre pance, e poi sui fianchi (se ne abbiamo ingurgitati troppi). Ben noto è anche il loro percorso: gli struffoli si sono spinti in tutta l’Italia Centro-meridionale
Due famosi trattati di cucina del 1600, il Latini e il Nascia, citano come “strufoli - o anche struffoli - alla romana” dei dolci preparati alla stessa maniera degli struffoli napoletani. In Umbria e in Abruzzo lo struffolo si chiama cicerchiata, perché le palline di pasta fritta legate col miele hanno la forma di cicerchie: legumi che è meglio non mangiare per via dei loro semi velenosi che possono provocare paralisi e allucinazioni (in certe zone d’Italia, “ma che, hai mangiato cicerchie?” equivale a dire “hai le traveggole?”). Quindi, due nomi (struffoli e cicerchiata) per uno stesso dolce. Ma pure l’opposto: due dolci diversi con lo stesso nome. Struffoli, per l’appunto.
Gli abitanti della Tuscia, regione intorno a Viterbo, chiamano ancora oggi struffoli quelle frittelle di pasta soffice e leggera che altrove vengono definite “castagnole”, e si mangiano a Carnevale.
Gli struffoli si trovano pure a Palermo, con qualche piccola ma non sostanziale variante, una delle quali consiste nella perdita di una f (“strufoli”): le Sicilie erano due, ma lo struffolo rimaneva unico.
Nella preparazione degli struffoli molto è lasciato al naso (hanno un bell’aroma), ma nulla è lasciato al caso. Ciascuna pallina di pasta fritta è un capolavoro di ingegneria domestica, selezionato in centinaia d’anni di sperimentazione nelle cucine di ogni tipo.
Perché il vero struffolo dev’essere piccolo? Perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele, e il sapore ne guadagna. E questo avviene soltanto se si confezionano delle palline di pasta di piccole dimensioni. Il miglior rapporto pasta/miele migliora i rapporti familiari, almeno durante le festività natalizie. Gli struffoli migliorano la qualità della vita. Lo fanno adesso, e figuriamoci quanto lo facevano prima: fino a pochi anni fa la vita media era molto più breve, e in media, molto più grama. Si mangiava poco e male, fuorché a Natale e alle feste comandate.I bambini, poi! Di merendine, nemmeno l’ombra. L’unica consolazione, per loro (e per tutti gli altri…) erano i dolci come gli struffoli: che non fanno male, e non vanno a male, in quanto si conservano a lungo. Gli struffoli, come tutti gli evergreen, nella loro sostanziale immutabilità presentano molte varianti: regionali, familiari e personali. In questo sono un po’ come le polpette: anche se gli ingredienti sono esattamente gli stessi, mangerete tanti struffoli diversi quanti sono le case in cui vi verranno offerti (o le pasticcerie in cui li acquisterete).Vi accorgerete che ciascuno ritiene che i “propri” struffoli siano quelli autentici: quelli della tradizione, tramandati da una nonna, una mamma o – ancora meglio! – da una zia monaca. Quest’ultima, quando c’è, è una garanzia: a Napoli un tempo gli struffoli venivano preparati nei conventi, dalle suore dei vari ordini, e recati in dono a Natale alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità.
Come accade a tutte le ricette ormai abbondantemente codificate, che sembrano non presentare punti oscuri, gli struffoli sono insidiosi: nascondono infatti molti segreti, spesso custoditi gelosamente.Uno di questi sta nel miele: che dev’essere abbondante. Senza di lui, un dolce non può definirsi veramente tale. Come simbolo della Dolcezza, il miele è un Mito: i Gemelli Indiani Ashvin, messaggeri degli Dei, mangiano miele nel cielo mattutino, e la Bibbia racconta come Sansone estraesse dall’interno del leone da lui ucciso un favo d’api e di miele. La cosa lo mise di buon umore, tanto da spingerlo a formulare un indovinello: “dal divoratore è uscito il cibo, dal forte è uscito il dolce” (Giudici, 14).
Morale: dalla morte nasce la vita. A proposito di nascita, il corpicino del Bambino Divino viene definito “roccia che dà miele”.
Non è quindi un caso che gli struffoli siano un dolce tipicamente natalizio.
PANFORTELe dosi per due panforti: 150 g. di zucchero, 150 miele, 250 mandorle, 100 nocciole, 150 noci, frutta candita: 200 g di cedro, 100 arancia, 100 ciliege, 100 fichi secchi, 3 albumi di uovo, 8 g cannella in polvere, un pizzico di noce moscata, un pizzico di zenzero in polvere, ostie, una noce di burro, 2 cucchiai di farina, 100 g di zucchero a velo.
Preparazione:
In una casseruola si fa sciogliere lo zucchero e il miele a fuoco basso, girandoli in continuazione con un cucchiaio di legno. Nel frattempo si mescolano in un altro recipiente le mandorle e le nocciole sgusciate, spellate e tritate finemente, così come per le noci, il cedro, l'arancia, le ciliege candite, i fichi secchi. E ancora: gli albumi, la cannella, la nosce moscata, il pepe e lo zenzero. Tutti questi ingredienti si impastano bene bene. Quando lo sciroppo di zucchero e miele è un po' addensato, si versa nel "pastone" e si mescola molto forte. Si prendono due tortiere, si foderano i fondi con le ostie, si ungono e si infarinano i bordi e poi si versa il composto sino a mezzo cm dal bordo. L'impasto deve essere ben pressato con le mani, affinchè non rimangano zone vuote. Il forno deve essere caldo a 150° e si lascia cuocere per circa 40 minuti.
Si tolgono poi i panforti dal forno, si fanno raffreddare su una superficie di legno e quando sono freddi si spolverano con zucchero a velo. Per conservarli, usare carta trasparente o carta paraffinata e metterli in un luogo fresco e asciutto.
PANPEPATO200 gr. di miele - 150 gr. di farina - 150 gr. di noci (sgusciate) - 150 gr. di noccioline - 150 gr. di mandorle - 150 gr. di uva sultanina - 150 gr canditi misti - 100 gr. di cacao - 100 gr. di cioccolata fondente - 15 gr. di caffè solubile - 100 gr. di zucchero - Pinoli a piacere - mezzo bicchiere di acqua - pepe q.b. - noce moscata e cannella - due tazzine di caffè.
Utilizza una pentola dai bordi alti per sciogliere a fuoco basso i seguenti ingredienti e in questo ordine: miele, cioccolata, zucchero, caffè con l'aggiunta del caffè solubile, cacao e infine, "aromatizza" con pepe, cannella e noce moscata. Mescola con cura e aggiungi i pinoli, l'uva passa, le noci, le noccioline, le mandorle e i canditi. Versa l'acqua e mescola aggiungendo poco alla volta la farina fino a quando il composto non avrà assunto un aspetto compatto e omogeneo.
Svuota tutto il contenuto della pentola su di una tavola per impasto e, aiutandoti con il coltello, seziona parte del composto per creare dei panetti. La lavorazione è eseguita con il composto ancora tiepido (non freddo!!!); per lavorare meglio i panetti vi suggerisco di "sporcare" le mani di farina. Vedi il video
Metti i panetti su di una teglia e, in forno già caldo, cuoci per 10 minuti a 160°.
Conserva in pellicola trasparente.
OMINI DI PAN DI ZENZEROCosa ti serve:
- 360 gr di farina bianca
- 1 cucchiaino raso di zenzero in polvere
- 1 cucchiaino raso di cannella in polvere
- 1 cucchiaio raso di lievito per dolci in polvere
- scorza grattugiata di un limone
- 1 pizzico di sale
- 50 gr di burro
- 90 gr di miele
- 160 gr di zucchero scuro di canna
- 1 uovo
- latte
Come li prepari:
Versa la farina in una ciotola con il lievito, le spezie, il sale e la scorza di limone.
Mescola bene e fai un incavo al centro.
Sciogli il burro a fuoco basso assieme al miele e allo zucchero.
Versa il tutto al centro della farina e aggiungi anche l'uovo.
Unisci due cucchiai di latte e sbatti con una forchetta allargando il movimento a poco a poco in modo da incorporare la farina.
Se necessario, aggiungi poco latte.
Stendi l'impasto con un matterello su un piano infarinato per ottenere uno spessore di mezzo centimetro.
Ritaglia forme di omini (oppure animali o altro) con un tagliabiscotti e trasferiscile su una teglia ricoperta con carta da forno.
Cuoci nel forno già caldo a 180° per 10/12 minuti
Variante
OMINI DI PANPEPATO500 g di farina
2 cucchiai di spezie:
* cannella
* coriandolo
* anice stellato
* chiodi di garofano
85 g di zucchero
125 cl di latte
250 g di miele
½ cucchiaino di bicarbonato
Altra variante: Omini di panpepato
Ingredienti img128.jpg
Dosi per 20 omini
125 gr di burro
75 gr di zucchero di canna
175 gr di melassa
450 gr di farina bianca
2 cucchiaini di zenzero macinato
2 cucchiaini di cannella macinata
½ cucchiaino di chiodi di garofano macinati
2 cucchiaini di bicarbonato
1 uovo leggermente battuto
1 cucchiaino di essenza di vaniglia
Per la glassa
Un albume
160 gr di zucchero a velo
Lenti codette e altre decorazioni di cioccolato o zucchero
Preparazione
Accendete il forno a 180° C e imburrate leggermente alcune teglie per i biscotti. Fate fondere il burro con lo zucchero e la melassa nel forno a microonde alla temperatura massima e lasciatela raffreddare 5 minuti. Setacciate la farina,le spezie e il bicarbonato in una ciotola grande,incorporate il burro fuso, l’uovo e l’essenza di vaniglia e amalgamate bene tutti gli ingredienti con un cucchiaio di legno. Impastate sulla spianatoia infarinata, stendete la pasta ad uno spessore di 5 mm e con stampi di biscotti a forma di tanti soggetti ricavate circa 20 biscotti che disporrete nelle teglie imburrate. Cuocete i biscotti in forno per 10 minuti e lasciateli raffreddare nelle teglie. Nel frattempo battete l’albume con un frullino elettrico in una ciotola piccola e incorporate a poco a poco lo zucchero a velo, continuano a frullare fino a quando la crema sarà soda e lucida. Spennellate i biscotti
N.B. con questa ricette potete creare anche delle belle decorazioni per l'albero, oppure costruire una casetta di pan di zenzero
Se volete provare a fare il panettone vi consiglio la ricetta riportata in questo sito
http://www.theitaliantaste.com/italian-coo...3_panettone.phpEcco invece la ricetta per il pandoro:
www.ricetteonline.com/visualizza_ricetta.php/ricetta/1515LA ROCCIATAIngredienti:
250 g. di farina
50 g. di zucchero
acqua tiepida
1 pizzico di sale
1/2 bicchiere d'olio
1/2 kg di mele tagliate a fettine
100 g. di uva sultanina
50 g. di pinoli
alcuni gherigli di noce spezzettati.
Preparazione:
Impastare 250 g. di farina con 50 g. di zucchero, 1/2 bicchiere d' olio, un pizzico di sale e tanta acqua tiepida quanta ne occorre per ottenere un composto morbido.
Ciò che si ottiene è una sfoglia sottile su cui si dovrà disporre 1/2 kg di mele tagliate a fettine, 100 g. di uvetta sultanina, 50 g. di pinoli e gherigli di noce spezzettati.
Arrotolare la sfoglia su sé stessa, sistemarla a forma di ferro di cavallo in forno per 40 minuti.
LO STRUDELIngredienti:
Per la pasta: 300 gr di farina, 200 gr di burro, uovo 1 (o 2 tuorli) , 100gr di zucchero a velo, 1 bustina di zucchero vanigliato, 1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata, 1 presa di sale
Per ripieno: 600gr di mele, 50gr di zucchero, 50gr di pane grattugiato amalgamato con un po' di burro fuso, 40gr di uva sultanina, 20gr di pinoli, 2 cucchiai di rum, 1 bustina di zucchero vanigliato, ½ cucchiaino di cannella, scorza di limone grattugiata
Per guarnire: un uovo, zucchero a velo
Prepararazione:
Versare la farina su di un tagliere e farci un buco nel mezzo. Tagliare il burro a pezzettini e metterlo con lo zucchero a velo, l'uovo, lo zucchero vanigliato, la scorza grattugiata ed il sale in mezzo alla farina e lavorare il tutto fino a che tutto il burro si sia completamente amalgamato all'impasto.
A questo punto lavorare l'impasto fino a che risulti omogeneo e metterlo in frigorifero a riposare per circa un'ora.
Per il ripieno, sbucciare e snocciolare le mele, tagliatele a piccoli pezzetti ed amalgamatele con lo zucchero, il pan grattato, l'uva sultanina, i pinoli, il rum, lo zucchero vanigliato, la cannella e la scorza di limone grattugiata.
Accendere il forno. Stendere l'impasto in una sfoglia di circa 40x26cm e metterla su di una teglia imburrata o con della carta forno. Versare il ripieno nel mezzo della sfoglia e chiudere a rotolo la stessa. Decorare lo strudel spennellandolo con dell'uovo e facendo delle strisce decorative con l'impasto rimanente. Mettere in forno a 180°C per 35 minuti, quindi estrarlo dal forno e decorare con zucchero a velo.
N.B. La rocciata e lo strudel, come anche la torta di mele, sono ottimi accompagnati con panna o crema pasticciera e con una tisana di mela, zenzero e cannella, sidro caldo o semplice latte con il miele.